Cosa si nasconde in due macchie

Sabato 15 dicembre e domenica 16 a Strambino (TO) si è tenuta la manifestazione "Parole in gioco"festa del libro per bambini e ragazzi organizzata da Linedaria editore.


In occasione della festa, ieri ho tenuto un laboratorio di illustrazione per i bambini: Cosa si nasconde in una macchia! 
Ne avevo già tenuto uno due settimane fa a Samone (TO), QUI potrai vedere i dettagli.







 Il laboratorio propone di stimolare la naturale fantasia dei bambini per individuare delle forme da semplici macchie fatte con il caffè. Non vengono posti dei limiti, delle regole, non viene chiesto di colorare all’interno di determinati spazi ma al contrario si invita il bambino ad usare la propria immaginazione per esplorare nuove forme e vedere tutto ciò che si nasconde dentro una macchia: animali fantasiosi, mondi inventati, nuove avventure che possono portare in un secondo tempo all’invenzione di storie.

ci prepariamo a fare le macchie

cosa si nasconderà nella macchia?

i bambini all'opera

Durante il laboratorio ho notato come i bambini abbiano già accumulato tutta una serie di imposizioni, regole, limitazioni dal punto di vista dell'espressione artistica che li porta ad essere troppo razionali.
Di solito quando si creano le macchie con il caffè, per quasi tutti i bambini,  la prima espressione è quella del rifiuto, del dire è solo una macchia, non mi ispira nulla. Spesso mi chiedono se possono, se è permesso colorare un leone di blu o mettere le ali ad un pesce.

Mi chiedo, tutto questo da cosa deriva? Dai troppi album da colorare, dove è indicato esattamente che colore usare e guai ad uscire dai contorni?
O noi adulti tendiamo per paura o per semplicità o per fretta ad instradare i bambini su strade già battute e sicure?


si comincia a prendere confidenza con le macchie



Quando riesco a tranquilizzare i bambini riguardo al fatto che le macchie possono essere colorate del colore che vogliono, che tutto è possibile, gli alberi possono volare, le persone possono avere tante braccia e possono anche essere disegnate nude, che un'automobile può diventare un grazioso cappellino per signora, che si può colorare sopra, sotto, intorno alla macchia, con tanto o poco colore allora sì che comincia a venir fuori la fantasia dei bambini.

Così ci si diverte, si impara ad utilizzare la fantasia come mezzo potente per andare oltre, per esprimersi, per divertirsi, per giocare, per sviluppare la propria intelligenza, per inventare delle storie e per vivere con meno ansie.

in alto a destra il robot formica!

un uccellino super fantasioso!

l'equilibrista!

la grossa gallina che scappa e lascia le uova dietro di sè!

il leone dalla bocca grande e dai tanti denti che mangia solo pane!

A fine laboratorio spero di aver dato ai bambini qualche strumento in più ma nello scambio il guadagno è mio, mi arrichisco della loro visione e imparo qualcosa anch'io.

4 commenti:

Legambiente Valpellice ha detto...

Che bello... lavorare con i bambini è sempre molto stimolante e da soddisfazione....

Bye

DAV

Rossana Bossù ha detto...

Sì vero, a fine laboratorio mi rendo conto che nello scambio quella che ha guadagnato di più sono io, mi sono arricchita di punti di vista differenti.

Maddalena Sodo ha detto...

Ciao Rossana, che bella iniziativa! Brava. penso comunque che i persorsi di apprendimento dei bambini siano su piani differenti. Mi spiego: è normale che i bambini, giunti nella fase in cui devono imparare a scrivere, imparino bene l'idea dello spazio entro cui scrivere o colorare. Senza questa nozione non imparerebbero velocemente a scrivere nei righi e avrebbero molte difficoltà Stesso dicasi per il colore: imparare a colorare negli spazi, rende il bambino consapevole delle sue capacità e dei mezzi che può usare per creare quello che vuole. Mentre, penso, è compito della maestra di arte, far poi esplorare tutte le possibilità ai bambini. Facendo capire che, nonostante tutti i compiti in cui deve rispettare determinate regole, determinati colori e determinati spazi...c'è un momento creativo in cui si può tutto e di più, senza timori. Ti dico questo perchè ho un bambino e vedo che, nonostante io sia per la massima libertà espressiva, mi ritrovo a dovergli inculcare comunque determinate regole per imparare a scrivere: che quindi, i cerchietti deve farli nel rigo,,,che le lineette vanno nei quadratini ecc ecc. E' un percorso normale..Ma nello stesso tempo, quando dipingiamo, gli spiego che lì può tutto..Ti scirvo questo perchè sono convinta che servano entrambe le cose, altrimenti il bambino si ritroverebbe nel caos totale e non ne trarrebbe giovamento. Quindi: aumentiamo le ore di arte!!!nelle scuole scompaiono le ore di arte..come se non servissero a niente. All'asilo del mio bambino fanno corsi pomeridiani di tutto...ma non di arte..e questo la dice lunga. scusa la lungaggine e un saluto.
maddalena

Rossana Bossù ha detto...

Ciao Maddalena, grazie per il tuo commento.
Certo penso anche io che i bambini debbano imparare a gestire gli spazi, debbano seguire delle regole per imparare a scrivere. Non sono per il caos assoluto.
Ma questo non deve andare a limitare la libertà espressiva del bambino dal punto di vista artistico.
So da testimonianze dirette di maestre che guidano la mano del bambino per non fargli colorare i disegni fuori dagli spazi. Di bambini tornati a casa in lacrime, addirittura ammoniti con una nota, proprio perché avevano colorato un elefante blu piuttosto che grigio.
Nei laboratori che ho tenuto ho riscontrato in bambini di 6-7 anni una razionalità inculcata non tipica di quell'età che li porta a porsi tutta una serie di limiti che non permettono più di esprimersi.
Il disegno, la pittura dovrebbe essere un modo espressivo naturale, da bambini non si ha tutta una serie di paure mentre la maggior parte dei bambini con cui ho fatto il laboratorio mi dicevano: "io non sono capace a disegnare", "io nelle macchie non vedo nulla".
Con questo non voglio dire che sia tutta colpa delle maestre o dei genitori o della società, non voglio fare della filosofia spicciola, probabilmente è un insieme di fattori. È solo una constatazione che mi porta a pensare che i bambini a 6 anni dovrebbero potersi esprimere liberamente da un punto di vista artistico senza l'inculcata razionalità che può avere un adulto di 30 anni. C'è un tempo per ogni cosa.
Detto questo mi trovi più che d'accordo sul fatto che nelle scuole, a partire dall'asilo, dovrebbe esserci più tempo dedicato all'arte. Con questo però non intendo ore dedicate a colorare gli album stando bene attenti a non uscire dagli spazi :)