Zeta come Zattera

Qualche settimana fa ho tenuto due laboratori a Binaria - centro commensale in ambito del progetto "E se diventi farfalla" sostenuto dal Gruppo Abele Onlus.
Ho basato i laboratori sul libro "Di qua e di là dal mare - filastrocche migranti" pubblicato da Edizioni Gruppo Abele e scritto da Carlo Marconi.
Del libro ho illustrato la lettera zeta di Zattera.

Un grazie particolare va a Paola Franco che mi ha supportato durante i laboratori.
Ho chiesto ai bambini di disegnare una persona a cui vogliono bene, chi ha disegnato mamma e papà, chi fratelli e sorelle, nonni, amici, compagni di scuola.
Ho poi chiesto ai bambini di immaginare una zattera per portare in salvo le persone che avevano disegnato nel caso si fossero trovate in pericolo in mare.

Alcuni bambini hanno realizzato immagini tridimensionali facendo sfoggio di notevoli capacità cartotecniche per creare timoni, vele, balaustre per evitare di cadere in mare, cabine per ripararsi.




Altri hanno affidato la conduzione della zattera ad animali e palloncini.






Dei bambini hanno trasformato il foglio su cui stavano lavorando nella vera e propria zattera, con tanto di elica, remi, motori...







Altri ancora hanno dato vita a vere e proprie imbarcazioni.



O chi semplicemente, con colori e tenerezza, ha creato un posto comodo e sicuro per la persona da portare in salvo.






 
Proprio oggi "qualcuno" avrebbe molto da imparare guardando la cura, perché di questo si tratta, di prendersi cura, di queste immagini bambine.

"Chi sarà?" La creazione

“Chi sarà?” è stato una sfida.
Una di quelle belle sfide emozionanti.


Copertina di "Chi sarà?" di Paola Vitale e Rossana Bossù - Camelozampa editore

Quando mi è stata proposta l’idea ho immediatamente immaginato e visualizzato le illustrazioni che avrebbero accompagnato il testo.

La storia raccontata è stata da subito coinvolgente, mi sono sentita come se fossi entrata nel libro non ancora reale ma già ben definito nei pensieri miei e dell’autrice Paola Vitale.

Ho immaginato di camminare tra le parole, ho sentito molto forte l’esigenza di usare un medium liquido per realizzare le illustrazioni (tecnica per me inusuale) perché le prime forme di vita sulla terra sono nate nell’acqua, perché un essere umano, prima di nascere, cresce immerso nel liquido amniotico.

Rossana Bossù, studio per il brodo primordiale di "Chi sarà?"

Il brodo primordiale mi ha indicato la via, mi sono lasciata guidare.

Ho pensato che essendo il tutto nato dai batteri, da degli esseri unicellulari, anche io avrei dovuto iniziare da una cellula, una forma circolare che ho riportato nelle immagini di tutto il libro.




Rossana Bossù, studio per le cellule di "Chi sarà?"

Mentre leggevo il testo ho cominciato a schizzare qualche immagine e ho capito da subito che, per quanto l’argomento fosse concreto, avrei dovuto affidarmi all’astrazione per rappresentare la vita e il mistero, la meraviglia, l’emozione legati ad essa.


Rossana Bossù, studio forma circolare della cellula di "Chi sarà?"

Per realizzare le immagini ho usato un metodo empirico, a metà strada tra l’esperienza dell’illustratore e l’improvvisazione dell’apprendista stregone: una fusione di acqua, colore, bolle di sapone, poesia e scienza per rendere visibile l’invisibile, per fare luce sull’incanto della creazione.




Rossana Bossù, prime bozze di "Chi sarà?"

Il testo che conclude il libro:

“Ognuno di noi, appena nasce, ha già una storia da raccontare.
Come il ricordo di un lungo viaggio, custodito in ogni sua cellula.

È la storia di tutta la vita sulla Terra.”

suscita in me una forte emozione.

"Noi esseri umani siamo profondamente legati alla Terra, siamo parte di essa, siamo interconnessi con tutti gli esseri viventi. Siamo un frammento del tutto e dovremmo imparare a tenere vivo il ricordo racchiuso in ogni nostra cellula rivolgendo meraviglia e rispetto verso TUTTA la vita che ci circonda."

Rossana Bossù, studio per rappresentare la molteplicità della vita di "Chi sarà?"

Qui trovate il resoconto della nascita di Chi sarà? sul blog dell'editore Camelozampa.

Festival delle Basse - Come un albero... mi dipingo

Quest'anno sono stata nuovamente invitata da Camelozampa editore a partecipare al Festival delle Basse a Vighizzolo d'Este...

ma io voglio invitarvi a tornare un po' indietro nel tempo insieme a me.

Immaginiamo di tornare a un caldo pomeriggio di sabato tre giugno dello scorso anno,
immaginiamo di trovarci in uno splendido parco, il giardino che circonda il castello d'Este.


 Sotto le fronde di un grande cedro del Libano...


Immaginiamo di incontrare tante persone dai 12 ai 99 anni + una bambina.

Chiediamo loro di creare un piccolo leporello in cui disegnare un ritratto di sé sotto forma di albero.

Prima un albero in cui si riconoscano poi lo stesso in una particolare stagione poi un dettaglio dell'albero a seconda se la persona si identifica di più nelle radici, nel tronco-corteccia, nei rami, nelle foglie... Poi chiederemo loro di disegnare quel particolare come se fosse visto al microscopio, un insieme di cellule, fino ad arrivare ad un’unica cellula.



Sentirete subito un ronzio di mani come api mettersi al lavoro.




Mani grandi e piccole.


Mani leggere come farfalle.



Mani eleganti.



Mani ancora acerbe ma dolci come piccoli frutti.



Immaginiamo di mettere insieme tutti gli elementi e otterremo
un ritratto di sé, da come si è ora alle origini, sotto forma di leporello.


In un'atmosfera coinvolgente, attenta, con voglia di fare, di mettersi in gioco, di condividere
ecco gli interessanti lavori delle persone dai 12 ai 99 anni + una bambina.

Un ringraziamento particolare va a queste persone che hanno voluto immaginare con me e mi hanno regalato un'intensa emozione di condivisione.


















Se volete continuare ad immaginare con me non avete che da leggere QUI.